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Sony World Photography Awards: la sezione “Architettura” all’Italia.

Indaga la relazione tra architettura e forme geometriche pure la serie Buildings con cui il fotografo italiano, con base a Vienna, Gianmaria Gava, si aggiudica il prestigioso premio Sony World Photography Awards nella sezione Architecture, riservata ai professionisti. Il suo è un progetto in itinere, nato nella capitale austriaca, ma destinato ad espandersi, come lui stesso ci racconta dal suo studio di Vienna.

Il premio, considerato l’Oscar della fotografia, si è concluso a Londra lo scorso 19 aprile, dove la World Photography Organization ha proclamato i vincitori assoluti dell’edizione 2018, che quest’anno ha contato 320mila candidature da fotografi provenienti da tutto il mondo. Con tre vincitori nelle categorie ArchitectureLandscapeNatural World & Wildlife, e tre finalisti nelle categorie CreativeDiscovery e Sport, l’Italia è la nazione che ha collezionato più riconoscimenti nelle sezioni per professionisti.

Gianmaria Gava: «Se l’architettura è linguaggio, la geometria ne è l’alfabeto»

Porta avanti sperimentazioni che indagano la relazione tra architettura e geometria, Gianmaria Gava, fotografo italiano e artista, con studio a Vienna. La serie Buildings con cui ha vinto nella sezione Architecture, è parte di un progetto di ricerca in itinere, incentrato sulle forme archetipe in architettura. Rimossi gli elementi funzionali, come le finestre e gli accessi, nei suoi scatti in bianco e nero restano geometrie pure e volumi che appaiono inabitabili.

Il senso della sua ricerca, Gava ce lo spiega a partire dal suo interesse per l’architettura e le forme pure. «Ho iniziato ad occuparmi di architettura e geometrie pure – racconta – circa tre anni fa. Avevo acquistato un libro molto bello sui primi sei libri degli elementi di Euclide in cui Oliver Byrne aveva utilizzato i disegni per spiegare la geometria euclidea». «Prendendo ispirazione da questo, ho iniziato a lavorare in studio a delle piccole sculture fatte da me. Ho creato una serie che si chiama Archetipi in cui ho fotografato piccoli elementi geometrici utilizzando fondamentalmente i classici giochi per bambini: le costruzioni». «Poi l’anno scorso ho pensato di prendere questa esperienza e portarla nel mondo reale, quindi di continuare a sottolineare il rapporto tra architettura e geometria, però fotografando edifici».

Nasce così Buildings, una serie di scatti monocromatici che ritraggono edifici di Vienna, alcuni periferici, altri più centrali, alcuni sono edifici alti, altre case popolari. Un mix ben variegato di luoghi e tipologie. E, alla base della ricerca c’è l’interesse per l’architettura. «Se l’architettura è un linguaggio allora la geometria potrebbe esserne l’alfabeto», ragiona Gava, che continua: «Volevo mettere in relazione le forme pure della geometria sottostanti ad ogni edificio. Quindi ho modificato gli edifici togliendo le informazioni visive, cancellando moltissimi degli elementi funzionali, come ad esempio le finestre e le porte».

Ciò che si vede nelle immagini, dunque, non è la realtà, ma una sua astrazione. «Questo è un aspetto importantissimo del mio progetto», ci tiene a sottolineare. «La realtà – spiega Gava – è un punto di partenza per un’interpretazione digitale». L’obiettivo è creare un momento di incertezza nello spettatore. «Di primo acchito le foto potrebbero sembrare reali, poi ci si accorge che qualcosa che non va». Non ci sono finestre, non ci sono porte, niente che caratterizzi i volumi.

Questa sorta di smarrimento iniziale è dunque un effetto voluto che rimanda al rapporto tra reale e digitale nella nostra vita. «Noi tutti viviamo in un mondo concreto, analogico, ma abbiamo anche una seconda vita nel digitale, in internet. Per me – spiega Gava – è interessante questo mix tra queste due realtà e questo momento di confusione. Marshall McLuhan diceva che una cosa di cui i pesci non sanno assolutamente nulla è l’acqua. Questo per dire che, allo stesso modo, noi siamo talmente inseriti in questa rivoluzione digitale, che stiamo attraversando, da far fatica a comprenderne veramente sia le potenzialità che i pericoli. Io cerco anche di insinuare dubbi su questo aspetto del digitale».

Il lavoro, iniziato nel 2017, prosegue con altri sotto-progetti, con l’ambizione di travalicare i confini viennesi e austriaci per ritrarre edifici di altre nazioni. «Vorrei anche coinvolgere architetti e teorici dell’architettura, cosa che sto già facendo a Vienna, con l’intento di cercare possibili sviluppi futuri». Insomma, Buildings è un primo passo verso un progetto internazionale.

Oltre a Gianmaria Gava, tra i vincitori italiani, vi è Luca Locatelli, primo classificato nella categoria Landscape con la sua serie White Gold, che ritrae le cave di marmo delle Alpi Apuane. Roselena Ramistella vince nella categoria Natural World & Wildlife con gli scatti della serie Deep Land: un racconto del ritorno dei giovani siciliani all’agricoltura e all’allevamento nei Monti Sicani, tra le provincie di Agrigento e Palermo.

Antonio Gibotta conquista un secondo posto nella categoria Discovery; terzo posto rispettivamente nelle sezioni Sport e Creative per Matteo Armellini e Eduardo Castaldo.

(Articolo di MariaGrazia Barletta, ProfessioneArchitetto)

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